Sì, la morte è davvero intramontabile (una replica ad Alessandro Pertosa)
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Bell'articolo complimenti! LA MORTE INTRAMONTABILE di Alessandro Pertosa Hai messo in luce alcuni aspetti del modo contemporaneo di sentire la morte davvero interessanti. Mi è molto piaciuta la tua analisi dei modi in cui la morte viene nominata anzi non-nominata. Il pudore di cui parli, tra l'altro, non è rivolto solo alla morte. La nostra lingua ama girare intorno ai concetti per abbellirli e addolcirli, penso ad esempio al modo in cui viene nominatata la donna gravida, detta "in dolce attesa", oppure l'handicappato che è il "diversamente abile" e via discorrendo. Certo la morte, come tu ben rilevi, ha un surplus di "innominabilità" in quanto "inaccettabile" per eccellenza. La tua intenzione, se non sbaglio, è qui di "storicizzare" il fenomeno "morte" individuando la sua emarginazione dal vissuto quotidiano come una tendenza moderna tipica dell'uomo positivista fedele alla scienza. Io però, rispetto a