"Moi, j'obeserve"

Che cos'è la filosofia?
Forse l'ho capito un pò meglio quella volta che, durante una lezione un filosofo rispose ad uno studente di un corso di dottorato che gli faceva notare come le conclusioni speculative del suo ultimo libro erano "scandalose". Lui gli obiettò, alzando le spalle e allargando le braccia: Moi, j'obeserve!
Gli stava dicendo che, se esistono delle implicazioni "scandalose" nelle sue speculazioni, queste non erano attribuibili al suo gusto personale ma piuttosto alla realtà dei fatti (per la cronaca se il professore era francese lo studente, come me, era italiano). Non sono certa che quell'osservazione fosse del tutto sincera, so però che con quella frase chiarì il suo ruolo e il suo intento e con esso, quello della filosofia stessa.
La filosofia è osservazione dei fenomeni. Quella di stampo antropologico si rivolge ai fenomeni più prettamente "umani", li analizza e li descrive. Un certo stile accademico a cui ero abituata mi avrebbe potuto indurre a credere invece che la "vera" filosofia fosse solo quella fatta dagli altri, se ti va bene dal tuo prof, se ti va male dai grandi filosofi di cui puoi solo leggere le gesta nei tuoi libri; lo studio della filosofia poteva essere solo un'acquisizione, una ripetizione, a limite una rilettura del loro pensiero.
Nel passaggio della conoscenza da loro a te, invece, succede qualcosa di nuovo e originale che rende te filosofo e la filosofia una disciplina vivente. Tu che leggi i grandi ne decodifichi i linguaggi e contemporaneamente acquisisci gli strumenti per inventare nuovi linguaggi attraverso i quali guardarti intorno e analizzare il reale trascrivendolo con nuove parole. Tu che descrivi la realtà con parole nuove, tu sei l'ultimo filosofo di questo mondo.

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