La morte come inizio


Il primo tema che voglio affrontare è la morte. Non è bello, forse, iniziare un diario intimo con un tema triste come quello della morte. La mia intenzione, in questo blog, è però quella di andare direttamente al cuore delle cose più importanti senza girarvi intorno. La morte, d'altra parte è una questione fondamentale nella vita di ogni persona. In che senso? Nel senso che, raggiunta l'età della maturità, ognuno deve fare i conti col pensiero che la vita è destinata a concludersi con la morte. Questo perché ogni azione umana tende ad avere un fine in cui compiersi, e la ricerca del fine ultimo è fondamentale per gli uomini. Ma cos'è, in fin dei conti, la morte? Se ci penso bene mi rendo conto che la morte non è altro che un concetto negativo, in quanto rappresenta la fine della vita e null'altro. In questo senso, è negazione di tutto: dei fini e degli scopi individuali, di carattere professionale e personale; la morte inoltre, è la fine di ogni relazione affettiva, la fine di ogni gratificazione e di ogni sofferenza, la fine di ogni emozione. Da quanto detto, d'altra parte, non ci è dato di individuale una definizione della morte, in quanto emerge soltanto ciò che la morte, in quanto non vita, non è questo o quell'altro. Una concezione positiva della morte la si può trovare sul versante religioso, che afferma l'esistenza di una vita ultraterrena, che riduce la morte ad un evento che riguarda il solo corpo. Sull'idea che l'anima sia di carattere incorporeo si basa la convinzione che la fine della vita del corpo non coincida quella dello spirito. La verità, però, è che ognuno di noi fa esperienza del suo spirito in un corpo e, se posso dire, attraverso un corpo, che l'anima è contenuta in un corpo, e per questo ad esso si sente indissolubilmente legata. La nostra religione, però, afferma che sia possibile "vincere la morte" e proprio alla morte del corpo e dell'anima contenuta in esso si riferisce. Quest'idea, che da un punto di vista razionale potrebbe sembrare praticamente folle, credo che possa essere giustificata anche attraverso un ragionamento logico, oltre che attraverso un dogma di fede. Credo cioè che ogni essere umano abbia in sé le risorse sufficienti per vincere la morte come negazione totale e assoluta della sua vita. Questo sarà l'argomento del prossimo post.

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