Attualizzazione della giornata della memoria 2021.

Quest'anno, la giornata della memoria è una celebrazione più significativa degli altri anni.
Ricordare la Shoah, infatti, significa usare la memoria delle nefandezze inflitte dai nazisti agli Ebrei, affinché esse non si verifichino mai più, affiché non si arrivi mai più a quel punto, affinché le foto dei campi, degli ebrei pelle e ossa, dei forni, dei bimbi aggrappati al filo spinato, dei cumuli di corpi accatastati nelle fosse e delle altre atrocità compiute dai nazisti si fissino nella memoria collettiva fino al punto di divenire un monito per tutti.

Per fare in modo che un'esperienza del genere non sia dimenticata, é necessario ricordare che, in quel caso, si è superato ogni limite, e quelle foto in bianco e nero, che in questo giorno ci passano drammaticamente davanti agli occhi di chi osserva le varie commemorazioni, gridano a gran voce l'eterno monito: "RESTIAMO UMANI".
Questa celebrazione è particolarmente significativa oggi, proprio quando altre nefandezze si affacciano alle porte della storia. Ciò che redende la Shoah particolarmente grave, infatti, è il fatto che non sia percepita da tutti nella sua gravità, che sia stata tacitamente accettata e che non ci sia ribellati abbastanza, in modo da poterla effettivamente interrompere prima di procurare milioni di morti e altrettante torture.
Il fatto è che, in alcune occasioni, è effettivamente difficile capire cosa stesse realmente accadendo. Ce lo ricorda ad esempio Hannah Arendt che, nel raccontare il processo Eichmann a Gerusalemme, sottolinea quanto le atrocità commesse da quegli uomini, che hanno messo materialmente in pratica il folle progetto di Hitler, fossero eseguite come azioni "normali" o addirittura "necessarie". Uomini come Eichmann, non erano che freddi burocrati che, dotati di intelligenza mediocre, non si ponevano particolari questioni morali su quanto stavano compiendo, considerando giusto il fatto di eseguire scrupolosamente gli ordini dei propri superiori. Un giudizio su quanto ci fosse di "male" nel loro operato, quindi, non era di loro competenza. (La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme di Hannah Arendt)
Le considerazioni della Harendt destarono scalpore ai suoi tempi. Più che condannare, concentrandosi sulla manifestazione del male incarnata da Eichmann e di suoi colleghi, la Arendt si occupa di investigare la genesi della malvagità stessa.
Nel pensiero della Arendt, per un essere umano è male l'essere il braccio intenzionalmente inconsapevole di qualcun altro che concepisce, lui sì, il male, estendendolo ad altri. Per certi uomini ed in certe circostanze, dunque, il male è qualcosa di estremamente comune e banale, che il potere può organizzare e utilizzare in moltissime maniere.
La memoria della Shoah si concentra sul presente, oltre che nel passato, perché i fatti storici avvengono per interazioni complesse che portano ad essere considerate come "normali", se non addirittura "inevitabili", cose che, col senno di poi, sono viste come cattive e ingiuste.

Ma che c'entra tutto questo col presente? Lancio una provocazione: se domani ci dicessero che è necessario deportare un intero paese perché infetto da un virus pandemico pericolosissimo e rischioso per l'umanità, e che le nostre leggi democratiche devono essere sospese per questo motivo "di forza maggiore", ci opporremo in massa? Gli "appestati" del nazismo erano gli ebrei: una propaganda ben mirata e ben architettata, basata su una cultura antisemita, radicata nella coscienza collettiva fin dal medioevo, aveva costruito un'identità popolare razzista. Questa si accese come una miccia nel riaffermare la dignità del popolo tedesco, dopo la pesante sconfitta inferta dal primo conflitto bellico.
Fu forse per questo che non ci si oppose apertamente a quanto avveniva nei campi di sterminio, che si credette ciecamente al mainstream, e si sopportò l'insopportabile, si tollero' l'intollerabile?
Le logiche del potere spesso sono spietate e senza scrupoli, a discapito delle minoranze, dei più deboli, dei malati e degli emarginati.
Questa è un'ovvietà che può lasciare indifferenti, fino a pensare che sia normale sacrificare il bene di alcuni per raggiungere quello della collettività, ovvero della maggioranza della popolazione. Per questo, la persecuzione, ideologicamente trasformata in necessità, è un rischio oggi come ieri.
La memoria della Shoah illumina il presente, facendoci ricordare non solo che i nazisti erano dei crudeli assassini, ma anche che furono sconfitti, e che se avessero vinto la guerra, oggi non ci sarebbe nessuna giornata della memoria. Minimizzare sulle atrocità commesse dai nazisti è sbagliato, ma è comunque necessario sottolineare ciò che tutti sanno, ovvero che la storia la scrivono i vincitori e i vinti la subiscono. Quindi, oltre che puntare il dito all'indietro, contro i misfatti del passato, dovremmo aprire gli occhi sul presente, perché la discriminazione è sempre dietro l'angolo. Nonostante ciò, cause ritenute di "forza maggiore" sono spesso usate a pretesto per celarla, rendendo, a volte, proprio difficile riconoscerla.

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