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La morte è la fine di tutto?

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Eppure, nonostante tutto quello che ho fino ad ora scritto, è indubbio e inequivocabile il fatto che la vita abbia fine. Questo pensiero, questa consapevolezza risulta amara e dolorosa, specie per chi sente che questa fine è vicina, pur non essendo pronto a quella fine. Chi può dirsi pronto a morire? Chi può dire che il suo progetto di vita è definitivamente compiuto, e quindi può attendere serenamente alla sua fine? Ritorna un'idea di cui ho già scritto, quella per cui la morte è estranea alla vita, quasi che i due concetti fossero contraddittori. Come posso pensare di non vedere più, mai più i miei figli, il mio partner, tutte le persone che a me sono più care e le cose che alimento e coltivo ogni santo giorno? Come posso accettare che tutto quanto costruisco con impegno e fatica dal mattino alla sera improvvisamente scompaia per sempre? Come posso immaginare che per me non vi sia più mattino né sera? Cose più grandi e meravigliose aspettano i giusti dopo la morte - dice la relig

Pensateci bene, la morte non esiste

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Un'altra questione cruciale è: perché utilizzare il proprio tempo e le proprie risorse intellettuali a ragionare sulla morte? O altrimenti ci si potrebbe chiedere, perché dedicare la prima pagina del proprio diario intellettuale alla morte, e alla morte come inizio? La risposta è ancora una volta complicata da esprimere, ma comunque molto chiara al mio pensiero: perché la morte non esiste, se non nella sensazione di paura che accompagna il pensiero e la sensazione che la propria vita debba finire. Questo implica un'idea che potrei definire "innata" o "istintiva"; si tratta dell'idea della perpetuità, ovvero l'idea di continuità senza fine che accompagna ogni nostro progetto, ogni nostra proiezione, in fondo ogni nostra azione. Voglio dire che l'agire umano è mosso dall'idea di una permanenza, e senza questo movente probabilmente non faremmo nulla più che dormire. Ebbene, la morte è essenzialmente tragica e assurda in quanto interrompe quella

La morte come inizio

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Il primo tema che voglio affrontare è la morte. Non è bello, forse, iniziare un diario intimo con un tema triste come quello della morte. La mia intenzione, in questo blog, è però quella di andare direttamente al cuore delle cose più importanti senza girarvi intorno. La morte, d'altra parte è una questione fondamentale nella vita di ogni persona. In che senso? Nel senso che, raggiunta l'età della maturità, ognuno deve fare i conti col pensiero che la vita è destinata a concludersi con la morte. Questo perché ogni azione umana tende ad avere un fine in cui compiersi, e la ricerca del fine ultimo è fondamentale per gli uomini. Ma cos'è, in fin dei conti, la morte? Se ci penso bene mi rendo conto che la morte non è altro che un concetto negativo, in quanto rappresenta la fine della vita e null'altro. In questo senso, è negazione di tutto: dei fini e degli scopi individuali, di carattere professionale e personale; la morte inoltre, è la fine di ogni relazione affettiva, la

La scrittura come inizio

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Un elemento essenziale della mia vita è la scrittura. Scrivere mi consente di articolare emozioni e sentimenti, di descriverli e metterli in ordine; spiegando e giustificando forse è possibile far venire alla luce ciò che è nascosto, e a volte le cose nascoste fanno paura. Alla fine ho deciso di aprire un blog come diario intimo, come narrazione quotidiana che, a differenza di un normale diario è però aperto al mondo, a chiunque possa e voglia leggerlo. Questa è la prima fase del mio diario e spero che avrà un seguito, poiché se lo avrà vorrà dire che la scrittura sta finalmente iniziando ad agire come chiave di volta della mia vita.