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La morte indicibile

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Ed eccomi ancora una volta a parlare di morte, ancora una volta stimolata da Alessandro Pertosa e dal suo articolo: Il tempo della tecnica Qualche anno fa, a causa una vicenda personale, ho intrapreso l'osservazione del fenomeno "morte". Il mio intento era provare a descrivere ciò che vedo e sento sulla morte in questo blog. Quasi subito mi sono accorta di trovarmi su di un terreno scosceso e le reazioni me lo confermano: alcuni lettori mi invitano ad affrontare argomenti meno cupi (dunque certamente più interessanti), chi è in confidenza mi confessa che il mio parlare di morte nel blog lo rattrista, che dovrei trattare questioni più allegre per essere gradita al lettore. Eppure la morte, per me, non è un argomento triste. Parlarne, al contrario, è un modo per esorcizzarla depotenziando il contenuto mitico che l'ammanta di un velo funesto. Le intenzioni però, specie in questo caso, non bastano. La parola "morte", infatti, ha un contenuto pe

Perché non fare recensioni negative su tripadvisor

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Tutti o quasi ormai, usano Tripadvisor per decidere un nuovo ristorante da provare oppure quale hotel scegliere per le vacanze. Lo strumento è molto utile, poiché contiene le reazioni dei clienti, ovvero le opinioni "vere" e "sincere" di chi in quel posto c'è già stato, quel cibo l'ha già mangiato respirando l'atmosfera e vivendo la situazione del luogo. Tripadvisor renderebbe quindi un gran servizio, del tutto gratuito, ai potenziali clienti di alberghi e ristoranti poiché siamo portati a credere che ai grandi occhi del gufetto di Stephen Kaufer nulla possa sfuggire. E' lecito quindi pensare questo strumento, totalmente dalla parte del consumatore, ci metta al riparo dal prendere sonore fregature. Ma è davvero così? Proviamo a guardare la cosa da un'altra prospettiva rispetto a quella del recensore, da quella del recensito. Tripadvisor (e siti simili come Due Spaghi) proteggono l'anonimato di chi pubblica recensioni. Questo vuol